Regia: Greyson Horst
Anno: 2024
Produzione: Stati Uniti d’America
una recensione a cura di Elena Pacca
Un intreccio di sentimenti e di tentativi di capire chi si è, chi e cosa ci faccia stare bene, chi si vuole diventare. Michael è timido, scrive canzoni. Vive con la coppia di amiche in un limbo sensoriale in cui se fosse un animaletto sarebbe il gatto coccoloso che invade – non solo metaforicamente ma realmente – lo spazio vitale, e soprattutto il letto, acciambellandosi fra loro in un innocente, casto e fraterno connubio di sonno e disappunto. Soprattutto quello di Abby che vorrebbe notti un po’ più movimentate con la sua compagna. Tre persone queer dove le donne però sanno maggiormente cosa vogliono. Anche se non tutto fila liscio e la presenza carinissima ma ingombrante di Michael rischia di compromettere il rapporto. Insoddisfatto della propria vita e incapace a lasciarsi veramente andare, Michael cerca di insediarsi nell’ambito di una coppia gay non solo affiatata ma sposata, Connor e Georgie, in modo da sondare il terreno di una sessualità diversa, ma sempre senza troppo impegno. In un tira e molla tra feste, avanzamenti, arretramenti, infatuazioni e forse qualcosa di più e in un gioco delle parti che ben si armonizzano grazie alle caratterizzazioni dei personaggi, si arriva a un punto che, se non è di svolta quanto meno indirizza le storie dei protagonisti che sin qui abbiamo visto. Come una commedia goldoniana, le baruffe, i misunderstanding, si placano, si chiariscono. Ognuno manterrà una propria visione della vita e delle sue dinamiche comportamentali. Gli esperimenti sono serviti a rispondere un po’ ad alcuni quesiti esistenziali che prima sfogavano solo in sterili interrogativi, vaghe supposizioni, e sogni repressi. Anche quando si pensa e ci si pensa soli, in realtà possiamo contare sulle spalle più o meno forti di qualcuno che persino a propria insaputa sa prendere in mano le redini di una situazione e sa dare conforto, ascolto, consiglio o quanto meno suggerimento. Non solo a parole, ma con i gesti. E questo è qualcosa che vale.