Una guida ai titoli più importanti di questo travagliato anno di cinema, alla ricerca di sguardi d’autore estremamente nuovi ed interessanti, per individuare cineasti emergenti, registi consolidati e soluzioni narrative davvero inedite e sorprendenti nel racconto di diversi generi cinematografici.
Primo incontro: THE LIGHTHOUSE di Robert Eggers (2019) visibile su Cili+ THE WITCH su Netflix. Robert Eggers e il suo stile registico particolare, che concilia lo sguardo d’autore con il racconto di genere. Nuove soluzioni per il cinema “di paura”, tra autorevoli ispirazioni dalla letteratura (Samuel Taylor Coleridge e Washington Irving su tutti) e potenti suggestioni audiovisuali ispirate alla grande pittura e al cinema espressionista.
Secondo incontro: MARTIN EDEN e il cinema di PIETRO MARCELLO visibile su Netflix. Grazie alla recente distribuzione su Netflix, finalmente anche il grande pubblico può scoprire il talento espressivo del giovane regista casertano. Con una sorprendente affinità tra la libertà narrativa di questo film e l’approccio istintivo, anarchico e vitalistico, del Martin Eden di Jack London (qui interpretato da Luca Marinelli).
Terzo incontro: DIAMANTI GREZZI di Josh e Benny Safdie (2020) visibile su Netflix. Tutte le sfumature di un’idea di cinema che non ha eguali nella produzione contemporanea. Dopo l’esordio di “Good Time”, i due diamanti grezzi del cinema indipendente americano ci propongono un’altra esperienza immersiva e grottesca nella New York dei nostri giorni.
Quarto incontro: NOMADLAND di Chloé Zhao (2020). Il film tratto dal libro-evento di Jessica Bruder, uno dei titoli più accreditati all’Oscar 2021. L’epica della sopravvivenza quotidiana on-the-road, sviluppata dallo stile registico di un giovane e puro talento del cinema di oggi. Una miscela sapiente di documentario e finzione che cattura uno spaccato dell’America di questi tempi, con l’icona Frances McDormand.
Quinto incontro: IL PROCESSO AI CHICAGO 7 e il cinema di AARON SORKIN. Un concept artistico che mescola magistralmente commedia e “courtyard drama”, da insegnare nelle scuole di cinema.