Regia: Rodrigo Sorogoyen
Anno: 2022
Produzione: Spagna, Francia
una recensione a cura di Chiara Lepschy e Giuseppe Minerva
As Bestas del regista spagnolo Rodrigo Sorogoyen, narra una vicenda che ne ricorda altre già raccontate in passato in film ambientati in epoche diverse e in luoghi differenti, anche oltreoceano: il confronto e lo scontro fra gli abitanti di un luogo ove essi risiedono da generazioni e i forestieri, che nel medesimo luogo arrivano legittimamente ad abitare, con stili di vita e idee – però – molto diverse. Ma non si tratta solo del conflitto fra locali e forestieri ma, anche, fra spagnoli galiziani – in questo particolare caso – e francesi (“stranieri”, non solo forestieri), fra persone rozze e abbruttite dalla fatica e dal duro lavoro e persone istruite che hanno viaggiato per il mondo e – per ultimo – fra semi-montanari quasi indigenti ed ex-cittadini che non hanno problemi economici. Anche se Olga e Antoine, i due francesi, nell’acquisto della terra in Galizia hanno investito tutti i loro risparmi e non hanno altre fonti di reddito.
La naturale antipatia provata dai locali – e dai fratelli Anta in particolare – per i nuovi arrivati, sfocerà in tragedia quando la coppia francese rifiuterà di firmare l’accordo con un’azienda produttrice di energia per l’installazione di alcune pale eoliche. Una fonte di guadagno a cui Xan e Lorenzo Anta non possono e non vogliono rinunciare, per quanto modesta essa sia.
Un film crudo e claustrofobico – nonostante l’ambientazione in mezzo alla natura – dove le bestie a cui il titolo allude sono gli uomini che – non riuscendo a confrontarsi su un piano razionale e dialettico – non possono che risolvere la questione con la sopraffazione. Una delle due parti, infatti, non potendo venir convinta deve essere domata, come i cavalli selvaggi della scena iniziale del film.
Diverso il punto di vista femminile e di Olga in particolare, alla quale l’istinto di conservazione suggerirebbe, nella prima parte della vicenda, la fuga e che invece dopo i tragici eventi decide di rimanere, poiché sempre in modo istintivo sa che i vicini non la minacceranno più e riuscirà nella sua ricerca a dispetto del fatto che questa sembri essere un’impresa disperata, come le rinfaccia la figlia in un drammatico confronto, realistico e molto ben riuscito.
Alla fine, forse, nell’universo femminile ci sarà pace e Olga e la madre dei fratelli Anta troveranno un terreno su cui incontrarsi, quello che è stato impossibile per marito e figli.