ANIMALI CHE ATTRAVERSANO LA STRADA

Animali che attraversano la strada / Italia, 2000 / Durata [min] 91

Genere: Drammatico

Regia: Isabella Sandri

Cast: Francesca Rallo – Martina Curto / Salvatore Grasso – Sciù / Enrica Maria Modugno – l’ispettore Fiammetta Saracina / Andrea Renzi – Giovanni Scalia / Cristina Donadio – Susanna Curto / Antonio Pennarella – “Alì” Lucchi / Olimpia Carlisi – Selene / Carmen Gardina – Gaia / Roberta Spagnuolo – Eva

Fascia età personaggipre adolescenza


Sinossi

Periferia di Napoli. Martina è una tredicenne che passa le sue giornate compiendo piccoli furti in compagnia dell’amichetto Sciù, con il quale condivide un tacito feeling amoroso. Deve occuparsi della sorellina di pochi mesi, perché la madre fa la prostituta in una casa d’appuntamenti camuffata, dove, tra le altre cose, si spaccia anche droga. Fiammetta, una giovane ufficiale di polizia, controlla i movimenti della ragazza per metter le mani sui traffici che si svolgono nel falso istituto di bellezza. A occuparsi di Martina c’è anche Giovanni, un assistente sociale che è stato fidanzato con Fiammetta. Durante un’irruzione, in cui vengono fatti diversi arresti (tra cui quello del protettore della madre), Martina riesce a fuggire nonostante la sorveglianza di Giovanni e a portare la droga fuori dalla casa. La ragazza fugge in motorino con Sciù, ma i due sono intercettati dalla polizia. Lo scooter va a schiantarsi contro un furgone e Martina perde la vita.


Critica

Il film rappresenta il rapporto tra due preadolescenti ai margini della società, e il sistema economico basato sul consumismo, che li circonda. La coppia ha un carattere essenzialmente pragmatico, insieme Martina e Sciù compiono piccoli reati: i due sono prima di tutto “colleghi”, e solo in seconda istanza “fidanzatini”. I loro sentimenti infatti non sono mai espliciti e più volte emerge la prudenza di Martina in ambito sessuale.

I due ragazzini dunque rubano per passare il tempo e per raggiungere i beni di consumo che ogni giorno passano davanti ai loro occhi; Martina sembra vittima di un’indigestione consumista quando entra in un negozio di vestiti, e se ne va con strati di abiti nascosti. I comportamenti dei due ragazzi sono determinati dalle dinamiche del mondo circostante, un’enorme vetrina sfavillante in cui prendersi tutto più in fretta e con meno fatica possibile. Il borseggio diventa in questo senso anche intrattenimento, divertimento.

Lo stile di vita di Martina è legato anche alla sua quotidiana convivenza con prostituzione e spaccio, comportamenti raramente denunciati dalla protagonista, per difesa personale e rivendicazione di diritti, non per ragioni morali. Emblematica di questa adesione all’illegalità è la scelta di Martina di nascondere la cocaina nei pannolini della sorellina, per impedire ai poliziotti di trovarla.

Raccontando di una madre prostituta e dell’assenza di una vera e propria figura paterna, il film evidenzia come a Martina manchi la presenza e il calore di una vera famiglia, e si concentra sulla tendenza degli adulti a trascinare i giovani nelle loro scelte di vita. Questione che non vale solo per i personaggi che si muovono nell’illegalità, ma anche per i rappresentanti delle istituzioni. La tutela della ragazzina viene infatti contesa tra un assistente sociale e da una poliziotta che attraverso la giovane tengono in vita una relazione sentimentale non risolta. Entrambi però falliranno nel proteggere la ragazza.

Interessante è anche il rapporto tra Martina e il protettore della madre, un personaggio senza scrupoli che a tratti sembra poter essere il padre della giovane, ma che non si fa troppi problemi quando si tratta di farle delle avances, in prospettiva di un suo possibile sfruttamento, magari al posto della madre, di nuovo incinta.