AZUR E ASMAR

Azur e Asmar / Francia/Spagna/Italia/Belgio, 2006 / Durata [min] 99

Genere: Animazione

Regia: Michel Ocelot

Cast

Fascia età personaggiinfanzia, giovani adulti


Sinossi

Azur e Asmar, due ragazzi diversi per etnia e religione, crescono come fratelli in una fantastica Francia medievale, poco tollerante verso i musulmani.. Il nobile e biondo Azur è allevato come un figlio dalla madre islamica di Asmar e quando la donna, insieme col figlio, è costretta a lasciare il paese, ad Azur non resta che partire in cerca di quella fata che popolava le sue storie d’infanzia. Prende così avvio una serie di avventure che condurranno il giovane dagli occhi azzurri a sfidare leoni vermigli e ad attraversare deserti pericolosi, ma anche a scoprire una cultura diversa e affascinante, accompagnato dal diffidente mendicante gobbo Rospù. Ma soprattutto ad unirsi ad Asmar per conquistare le meravigliose fate.


Critica

Centrale nel film è la figura di una madre sola per due bambini con tratti somatici opposti, che forma l’immaginario dei piccoli, narrando loro per la prima volta della fata dei Jinn e del loro mondo fantastico. Si tratta di un personaggio simbolico, in cui si sottolinea una matrice culturale comune, al di là dei successivi percorsi dei due personaggi.

Il racconto, che mostra il percorso di crescita di Azur e Asmar, insiste sulla loro separazione e si concentra sulla formazione di Azur, sulla sua decisione di vedere il mondo, che lo porta nelle terre arabe, dove si misura con tradizioni decisamente lontane dalle sue. La sua percezione delle cose trova un termine di confronto nella figura di Rospù, un occidentale che vive lì da molto tempo, ma non ha abbandonato i suoi pregiudizi. L’uomo non condivide la meraviglia di Azur per le novità, e negli elementi che stupiscono il bambino vede una condizione di povertà, senza rendersi conto di essere egli stesso un’espressione di essa. Ciò mostra la radicazione di sospetto e diffidenza verso l’Altro, nonostante l’esperienza provi il contrario. Rospù non riesce a prendere atto di tutte le sfumature culturali, in modo opposto alla nutrice.

Assume valore il tema dell’interculturalità, che alla fine diventa lo strumento necessario ai protagonisti per coronare il loro sogno comune. La liberazione della fata avviene grazie alla collaborazione tra le due parti, superando la rivalità iniziale tra i due giovani. L’integrazione tra le parti permette di attraversare le magiche porte che separano dalla meta, di cui ognuno ha una chiave, ma anche di realizzare il matrimonio finale, preceduto dall’entrata in scena di una seconda splendida fata. E così un giovane bianco sposerà una coetanea di colore, e un giovane di colore una ragazza bianca.