ET L’EXTRATERRESTRE

ET The Extraterrestrial / USA, 1982 / Durata [min] 115

Genere: Fantascienza

Regia: Steven Spielberg

Cast: Dee Wallace – Mary / Henry Thomas – Elliot / Robert MacNaughton – Michael / Drew Barrymore – Gertie / Peter Coyote – Keys / K.C. Martel – Greg / Sean Frye – Steve

Fascia età personaggipre adolescenza


Sinossi

Un alieno è abbandonato sulla terra per errore dai suoi compagni. Lo trova il piccolo Elliot, un bambino di dieci anni che vive in una casa di campagna con la madre Mary, il fratello maggiore Michael, e la sorella più piccola Gertie. Eliott nasconde ET, lo nutre e gli insegna a parlare. Tra i due nasce un forte sentimento di amicizia, cui si aggiunge una sorta di simbiosi telepatica, per cui le cose che accadono all’uno ricadono anche sull’altro. Ad accudire ET ci pensano anche Michael e Gertie. Per ritornare a casa, il piccolo alieno costruisce un rudimentale mezzo di comunicazione interspaziale. L’atmosfera della Terra fa però ammalare ET, e con lui anche Elliot. Sulle tracce dell’extraterrestre, un gruppo di scienziati irrompe nella casa dei protagonisti e porta via con sé il bambino e l’alieno. Elliot si riprende, mentre per ET non c’è nulla da fare. Quando però tutti credono che l’extraterrestre sia morto, il bambino si accorge del contrario. Con l’aiuto degli altri ragazzi del villaggio, Elliot rapisce ET, sfugge in bicicletta a un inseguimento della polizia e gli permette di raggiungere l’astronave dei suoi compagni venuti a riprenderlo.


Critica

Centrale in ET è di sicuro il tema dell’immaginazione, che passa attraverso la struttura fiabesca del racconto, ricco di riferimenti all’universo disneyano. Si trovano archetipi come l’incontro, l’amicizia, la morte e rinascita, e l’addio finale, insieme a sottili riferimenti visivi nella sequenza iniziale, nei colori della foresta di notte, nell’astronave che sembra una zucca di Halloween, negli alieni che si muovono come animaletti nel bosco, nell’arrivo dei nemici, mostrati in silhouette e in gruppo.

Inoltre, nonostante non lo sia esplicitamente, la figura di ET può essere vista come una creazione della mente di Elliot. La simbiosi tra i due emerge sin dai loro nomi, e si rafforza con la comunicazione telepatica tra i due. Il rapporto di amicizia con il suo doppio porta il bambino a compiere un viaggio di formazione, che gli farà conoscere i primi fermenti dell’amore e il pericolo della morte.

Interessante è anche il rapporto con gli adulti che, tranne la svampita madre Mary, sono mostrati dal punto di vista di Elliot, sul piano ottico come su quello psicologico. Diventano quasi tutti degli spietati antagonisti, la cui unica funzione è ostacolare i piani del protagonista. La figura del maestro assume rilievo nel momento in cui invita gli allievi a cloroformizzare e poi vivisezionare delle piccole rane, spingendo così Elliot, sotto l’influsso di ET, a un gesto di ribellione essenziale per la sua crescita.

In ET diventa importante anche il cinema nel cinema, non solo per i riferimenti al mondo della Disney e i richiami alla precedente filmografia di Spielberg. L’immaginario di Elliot e dei suoi coetanei è formato in gran parte da cinema. Il bacio in classe avviene infatti mentre ET sta guardando la scena del bacio tra Maureen O’Hara e John Wayne in Un uomo tranquillo (John Ford, 1952), e il gesto di Elliot ricalca quello dei divi, attestando l’influenza che il cinema esercita sui comportamenti dei ragazzini.