GRAN TORINO

Gran Torino / USA, Germania, Australia, 2008 / Durata [min] 115

Genere: Drammatico

Regia: Clint Eastwood

Cast: Clint Eastwood – Walt Kowalski / Bee Vang – Thao Van Lor / Ahney Her – Sue Lor / Christopher Carley – Padre Janovich / Brian Haley – Mitch Kowalski / Dreama Walker – Ashley Kowalski

Fascia età personaggiadolescenza


Sinossi

In un quartiere popolare alla periferia di Detroit, il reduce della Corea e operaio in pensione Walt Kowalski sta affrontando la scomparsa dell’anziana moglie. Si difende dal cinismo dei suoi famigliari rifugiandosi dietro a un atteggiamento scostante. La sua vita cambia però quando entra in contatto con i vicini di casa, una famiglia orientale. Kowalski mette gradualmente da parte i pregiudizi e diventa il punto di riferimento dei figli adolescenti, Thao e Sue, condizionati dalla gang di un cugino, che vorrebbe portare il giovane sulla strada del crimine e picchia la ragazza. Il vecchio veterano arriva a sacrificare la via per dare ai due giovani la possibilità di un futuro migliore, dando così una ragione alla sua esistenza, minata dalla malattia.


Critica

Il film è incentrato sulla ricerca di Kowalski di una possibilità di dare un significato che giustifichi la sua esistenza, anche in relazione ai fallimentari rapporti famigliari. Centrale è il cambiamento del personaggio, prima scostante difensore dei suoi principi razzisti, e poi sensibile nel cogliere il valore dei suoi vicini e la loro ricchezza culturale. Senza che la bandiera americana si sposti dalla veranda di casa sua, l’uomo comprende che lo spirito americano ha anche a che fare con l’accoglienza dell’Altro, la difesa dei più deboli, la guerra alle ingiustizie e alla violenza. I due praticelli confinanti diventano una sorta di Frontiera, il film invita a riflettere sull’America del Duemila e sull’ipotesi di un futuro costruttivo, legato ai valori fondanti di individualismo e culto della proprietà privata.

Il film è ricco di riferimenti, ricorrenti nel cinema contemporaneo, al contesto delle bande giovanili e della microcriminalità. Eastwood utilizza una serie di luoghi narrativi tipici, come l’insicurezza e le minacce ad ogni angolo di strada, per dare al suo personaggio la possibilità di misurarsi con l’iconicità dell’interprete. La realtà incontra il cinema, lo spettatore è coinvolto dal vedere la figura mitica dell’attore in uno scenario presente.

Il personaggio di Kowalski diventa un appassionato educatore di giovani, fa di tutto per trasmettere loro l’importanza della costruzione dell’attività quotidiana, opposta alla logica di “tutto e subito” che caratterizza il nipote. Quando il giovane chiede al nonno in eredità la preziosa auto, l’uomo si convince definitivamente ad affidare altrove la possibilità di investire sul futuro.

Kowalski insegna a Thao e a Sue l’arte della moderazione, come alimentare il coraggio necessario ad affrontare gli ostacoli di tutti i giorni, dimostrando come la violenza sia una falsa soluzione. In nome del suo individualismo, l’anziano insegna a non farsi condizionare dalle dinamiche di gruppo, dimostrando come la forza di un uomo risieda nella sua dimensione morale. Non è un caso che Kowalski sia costantemente avvicinato da un giovane sacerdote che vorrebbe salvargli l’anima e che riuscirà a guadagnarsi la sua fiducia soltanto quando saprà dimostrare un interesse autentico nei confronti del suo passato, fatto di scelte difficili e di decisioni improvvide.