IL SEME DELLA VIOLENZA

Blackboard Jungle / USA, 1955 / Durata [min] 101

Genere: Drammatico

Regia: Richard Brooks

Cast: Glenn Ford – Richard Dadier / Anne Francis – Anne Dadier / Sidney Poitier – Gregory W. Miller / Louis Calhern – Jim Murdock / Margaret Hayes – Lois Judby Hammond / Vic Morrow – Artie West / Dan Terranova – Belazi / Rafael Campos – Pete V. Morales / Paul Mazurski – Emmanuel Stoker

Fascia età personaggiadolescenza


Sinossi

Anni Cinquanta. Pieno di entusiasmo e buone intenzioni, il giovane insegnante Richard Dadier viene chiamato in una scuola di avviamento professionale in un quartiere della downtown newyorkese. Si trova circondato da colleghi demotivati e indifferenti e da un preside attento solo a nascondere i problemi di disciplina e di profitto degli studenti. Dopo essere intervenuto per difendere una collega dalle pesanti avances di un allievo, Dadier viene picchiato, ma riprende il suo posto con determinazione. Nello stesso tempo però, il suo matrimonio con la giovane Anne, dalla quale aspetta un bambino, va in crisi a causa di spietate maldicenze nei suoi confronti. La stessa nascita del piccolo sembra in pericolo. Ma alla fine, dopo essere riuscito a portare dalla propria parte Miller, il leader della classe, Dadier riesce a conquistare la stima e l’attenzione dei suoi studenti e a festeggiare la nascita del figlio.


Critica

Il film di Brooks è diventato un archetipo della rappresentazione della scuola americana. Segna l’inizio di una nuova fase, in cui i giovani diventano protagonisti e fruitori dell’industria culturale, che si ispira e condiziona l’immaginario. Nel film, la scuola è un cortile delimitato da una cancellata, al cui interno i ragazzi sono padroni e scrutano con diffidenza gli estranei, soprattutto appartenenti alle varie minoranze della città.

Il titolo originale lascia pensare a una giungla, un mondo dominato da una forte fisicità, rappresentata dal ritmo scatenato di Rock Around the Clock di Bill Haley. Il rock n roll diventa colonna sonora della trasgressione, opposto a jazz, la musica degli adulti. I valori vengono capovolti, come rappresenta bene il ragazzo che esce dalla scuola a testa in giù, e le istituzioni hanno perso il controllo sui giovani. Il poliziotto che scorta Dadier in classe definisce i ragazzi “figli della guerra”, i loro padri sono stati al fronte e le madri hanno dovuto lavorare. Sono i nuovi banditi, ribelli, organizzati in bande, che indossano giubbotti con nichilistiche X e bandiere sudiste.

Per accompagnare lo spettatore, è stato scelto il personaggio guida di Dadier, un giovane insegnante illuminato, interpretato da G. Ford, eroe solitario di western e noir. Tocca a lui affrontare gli studenti, da subito rappresentati come soggetti chiusi, con cui non si può comunicare, come simboleggiano gli armadietti chiusi con lucchetti. Il primo lucchetto aperto viene mostrato quando l’insegnante riesce a comunicare con Miller, studente la cui trasformazione suggerisce la missione di Dadier. L’uomo utilizza un linguaggio che parla direttamente ai ragazzi, risveglia la loro curiosità, dà la possibilità di esprimersi attraverso il magnetofono, e soprattutto lascia libero sfogo alle loro emozioni, facendoli diventare protagonisti dell’attività scolastica.