LA RABBIA GIOVANE

Badlands / USA, 1972 / Durata [min] 95

Genere: Drammatico

Regia: Terrence Malick

Cast: Martin Sheen – Kit / Sissy Spacek – Holly / Warren Oates – il padre di Holly / Ramon Bieri – Cato / Alan Vint – il procuratore / Gary Littlejohn – lo sceriffo / John Carter – l’uomo ricco / Bryan Montgomery – il ragazzo / Gail Threlkeld – la ragazza / Charles Fitzpatrick – il commesso

Fascia età personaggigiovani adulti


Sinossi

Stati Uniti, 1959. Kit Carruthers è un venticinquenne del Midwest che sbanca il lunario con diversi lavoretti (cowboy, nettezza urbana). Un giorno incontra la quindicenne Holly e i due iniziano a frequentarsi. Il padre della ragazza è però contrario alla loro relazione. Kit uccide l’uomo che li sorprende mentre stanno per scappare insieme. I due giovani fuggono dalla legge in un viaggio che li porta nella Natura e nelle Grandi Pianure del South Dakota e del Montana. Il giovane uccide altre persone lungo la loro strada, senza apparente motivo. La fuga della coppia termina nelle pianure del Montana. Holly abbandona il giovane, che dopo un inseguimento in auto si lascia raggiungere dalla polizia.


Critica

Ispirato a un fatto di cronaca (il caso Starkweather-Fugate), il film colpisce prima di tutto per la rappresentazione della violenza, assurda e fine a se stessa, a partire dal padre di Holly, che per punizione uccide il cane della figlia, fino alla figura di Kit, distaccato e inesorabile. Da una parte è l’effetto di un’inquietudine giovanile che non ha cause o obiettivi precisi; il protagonista ricorda il James Dean di Gioventù Bruciata, ed entrambe le storie sono ambientate negli anni ‘50. Dall’altra la violenza è fisiologica, legata al contesto sociale e all’ambiente, le Badlands del titolo originale.

Kit e Holly sono due giovani in fuga da una società determinata a punirli, ma sono anche personaggi senza alcuna bussola morale. Il giovane elimina tutti coloro che ostacolano il suo viaggio senza meta, ma in assenza di follia o di cattiveria. È un istintivo, affronta la vita senza riflettere, indifferente alla punizione e alla morte. In lui il padre di Holly ha visto un uomo fallito, che rifiuta la società e non ha futuro. Per Kit la violenza è l’unico modo per incidere sulla realtà; dice di non voler far male a nessuno, ma soltanto essere un delinquente. Nell’ultima parte del loro viaggio, i due giovani seppelliscono i loro pochi oggetti, come un segno della loro esistenza, per lasciare una traccia del loro passaggio.

Holly è invece un personaggio totalmente passivo, sottomesso alle figure maschili, declinazioni di quella del padre (sposerà il figlio del suo avvocato). La sua apatia viene infine confermata dall’accondiscendenza con cui, ormai stanca di avventure non più eccitanti e desiderosa di terminare la sua fuga, si consegna ai suoi inseguitori e si affida alle istituzioni, come a un nuovo tutore.

Nella prima parte della fuga, Kit e Holly trascorrono un soggiorno d’incanto in un boschetto vicino al fiume, vivono di caccia e pesca tra gli alberi, allestendo sistemi di difesa. La loro immersione nell’ambiente naturale diventa una fuga dalla realtà, che si conclude con il ballo solitario e struggente nel deserto, in una notte illuminata soltanto dai fari dell’auto rubata. Man mano che la fuga si fa più disperata, il paesaggio diventa sempre più desolato, l’azione diventa percorso esistenziale. Lo sfondo è quello delle Badlands, le “terre cattive”, luogo della sconfitta degli Indiani delle Pianure, braccati e sterminati dall’esercito americano. Vicende che condividono con il viaggio dei personaggi il sentimento elegiaco, il senso malinconico della fine di un periodo di libertà. La voce off del diario di Holly, che narra gli avvenimenti, crea un’atmosfera surreale e fiabesca, la provincia americana diventa una sorta di paradiso perduto.