L’ESORCISTA

The Exorcist / USA, 1973 / Durata [min] 120

Genere: Horror

Regia: William Friedkin

Cast: Linda Blair – Regan / Ellen Burstyn – Chris MacNeil / Max Von Sydow – padre Merrin / Lee J. Cobb – il tenente Kinderman / Jason Millar – padre Damien Karras / Kitty Winn – Sharon / Jack MacGowran – Burke Dennings / il reverendo William O’Malley – padre Dye

Fascia età personaggipre adolescenza


Sinossi

Georgetown, dintorni di Washington DC. Chris MacNeil, un’attrice di successo, vive separata dal marito con la figlia dodicenne Regan, una ragazzina dal carattere allegro ma solitario. Tra madre e figlia sembra esserci un ottimo rapporto e l’assenza del padre pare costituire un problema più per la prima che per la seconda. D’un tratto, però, Regan inizia ad accusare preoccupanti disturbi di carattere nervoso e fisico, con crisi di tipo epilettico e attacchi isterici. Diversi medici e psichiatri la visitano, senza però giungere ad alcun risultato. Inizia così ad occuparsi di lei padre Karras, un giovane sacerdote che cerca di dialogare con la ragazza, ormai chiaramente posseduta da uno spirito maligno. L’uomo si rende conto che l’unica via d’uscita possibile è quella dell’esorcismo. Con l’aiuto di padre Merrin, un anziano gesuita, Regan verrà liberata dal demonio che aveva preso possesso del suo corpo, anche se, durante il rituale, i due uomini di chiesa perderanno entrambi la vita.


Critica

Film che alla sua uscita provocò un’ondata di isteria collettiva, L’Esorcista è ormai diventato un cult, per il suo approccio drammatico e realistico ad una storia tipica dell’horror e del fantastico. Negli anni ‘70 questi generi si rivolgono ancora ad un pubblico per lo più adulto, e la scelta di avere come protagonista una ragazzina aprirà alla tendenza dei decenni successivi, in cui cult horror come La Casa, Nightmare e Scream saranno rivolti ad un pubblico più giovane.

La scelta di una protagonista dodicenne ha portato anche a forti polemiche, come l’accusa della critica Pauline Kael, diretta alla madre dell’attrice protagonista, che non si sarebbe preoccupata delle conseguenze psichiche del film sulla figlia. L’Esorcista però non avrebbe potuto essere lo stesso se la protagonista non fosse stata così giovane, perchè il tratto più perturbante è sta proprio nel contrasto tra una dodicenne normale e quella del film. Quarant’anni dopo la parola “cazzo” pronunciata da una ragazzina non fa molto scandalo, ma forse crea ancora scalpore sentirla definire un religioso “succhiacazzi”

Perturbante è anche il suo agire sul piano della sessualità, violenta e blasfema. Regan si masturba più volte con un crocifisso e stringe il volto della madre sul suo sesso sporco di sangue, brevi immagini che restano impresse nella mente dello spettatore.

La vicenda di Regan ha luogo durante i difficili anni del passaggio all’adolescenza, momenti di ricerca di identità, metaforicamente la liberazione dal demone. Anche la dimensione spirituale della Chiesa assume un ruolo nella sua formazione, padre Karras è la figura maschile che colma la mancanza del padre. Anche il fatto che la madre stia lavorando a un film sul ‘68 può essere associato simbolicamente al comportamento della ragazzina, forma particolare di ribellione e contestazione. In tratti invece non metaforici viene affrontato il tema del corpo, attraverso le terribili metamorfosi che subisce la giovane protagonista.