LOUISIANA STORY

Louisiana Story / USA, 1948 / Durata [min] 78

Genere: Docufiction

Regia: Robert Flaherty

Cast: Joseph Boudreaux – Alexander Napoléon Ulysses Latour / Lionel Le Blanc – il padre / Frank Hardy – il capo degli operai petroliferi / E. Bienvenu – un operaio petrolifero / C. P. Guedry – un operaio petrolifero

Fascia età personaggiinfanzia


Sinossi

Alexander Latour, nativo della Louisiana, vive con la sua famiglia tra i bayou della Louisiana, dove trascorre le giornate pescando e vagabondando. Un giorno il ragazzo fa amicizia con gruppo di tecnici petroliferi giunti a fare un sopralluogo nella zona. Alexander segue le operazioni degli uomini che, a bordo di una piattaforma galleggiante, perforano il fondo del fiume alla ricerca del petrolio. Finalmente, dopo le difficili fasi di trivellazione del fondo, il ragazzo può assistere all’attivazione del pozzo. Dopo aver partecipato ai festeggiamenti insieme agli operai, saluta con affetto tutta la squadra, tornando alla sua vita di tutti i giorni nel bayou.


Critica

Realizzato su commissione di una società petrolifera, il film racconta l’arrivo della tecnologia industriale in un ambiente vergine in cui il giovane Latour, interpretato da un ragazzo cajun, si muove con disinvoltura e agilità. Il nome del protagonista, formato da nomi di grandi condottieri e viaggiatori, riflette la sua attitudine all’esplorazione e la sua abilità nel risolvere situazioni con sicurezza.

Il ragazzo conosce ogni animale e ogni angolo nascosto della palude. Diventa emblematico Jojo, il procione suo amico, simbolo del suo lato più selvaggio. Il film vuole esprimere la perfetta integrazione tra uomo e natura, Alexander e l’animale vanno insieme sulla canoa, tra i vari componenti della scena si instaura un rapporto armonioso, e i pensieri del protagonista vengono espressi attraverso le soggettive sull’ambiente. Anche l’antagonista è un elemento della natura, l’alligatore, cui Alexander attribuisce la colpa della sparizione di Jojo e rivolge contro di lui la sua vendetta, in uno scontro che finirà con l’intervento del padre.

Alex appartiene a una popolazione che ha mantenuto intatta la sua cultura, ne sono esempio le sue superstizioni: il sacchetto di sale legato alla cintura, il talismano nella camicia, gli sputi. Diventa così ancora più simbolico l’incontro con la spedizione petrolifera, simbolo della tecnologia e del suo rapporto con la natura. Per Alex è una sorta di epifania visiva, rappresentata dai dettagli sulle macchine e i loro meccanismi, osservati con lo sguardo di un giovane immerso nella natura. Da qui la priorità che nel film ha l’aspetto visivo, con lunghe scene senza dialoghi, sostituiti dai suoni della natura e dell’industria.

Il lavoro è l’altro centro vitale del racconto, l’abilità degli uomini al pozzo fa da contrappunto alla vitalità di Alex, le macchine e la natura creano una vera e propria sinfonia, in cui la grazia estetica mette i due elementi sullo stesso livello. Il ragazzo vive un percorso di formazione all’utilità dell’industria e alla sua conciliabilità con la natura, alla fine dell’impresa drammatica che porta all’attivazione del pozzo e alla sconfitta dell’alligatore, il procione torna dal suo amico. Emerge la metafora per cui l’industria petrolifera, come l’alligatore, non è quel mostro che di solito viene descritto. Facendone la conoscenza, il ragazzo cresce, come sottolineato dal fucile che il padre gli regala alla fine della storia.