OVOSODO

Ovosodo / Italia, 1997 / Durata [min] 100

Genere: Commedia

Regia: Paolo Virzì

Cast: Matteo Campus – Piero a sette anni / Malcolm Lunghi – Piero a tredici anni / Edoardo Gabbriellini – Piero Mansani / Marco Cocci – Tommaso / Regina Orioli – Lisa / Nicoletta Braschi – la professoressa Giovanna Fornari / Claudia Pandolfi – Susy Susini / Salvatore Barbato – Mirko / Alessio Fantozzi – Ivano Mansani, il fratello di Piero / Pietro Fornaciari – Nedo Mansani, il padre di Piero

Fascia età personaggiinfanzia, pre adolescenza, adolescenza, giovani adulti


Sinossi

Piero Mansani nasce a metà degli anni Settanta a Livorno, nel rione Ovosodo. La madre muore durante la sua infanzia, il fratello è ritardato mentale, il padre è uno sbandato che si divide tra Mara, la sua nuova compagna, e la galera. La professoressa Fornari, docente di Lettere alle scuole medie e migliore amica di Piero, sostiene la sua scelta di frequentare il Liceo Classico. L’ultimo anno di liceo, Piero fa amicizia con Tommaso, apparentemente di condizione modesta, in realtà ricchissimo rampollo di una famiglia di industriali. Durante un viaggio a Roma per cercare Tommaso, Piero si innamora della cugina di questi, Lisa. La ritrova a Livorno e trascorre la notte con lei, ma il giorno dopo la ragazza parte per la Corsica con un altro. Bocciato all’esame di maturità e dopo aver fatto il militare, Piero va a lavorare come operaio nella fabbrica dei genitori di Tommaso e si mette con Susy, il suo primo amore, da cui aspetta un bambino


Critica

La storia di Piero, raccontata in prima persona, segue la sua crescita dall’infanzia fino alle scelte che lo porteranno ad essere un giovane adulto. Il percorso di formazione viene narrato con una strategia precisa di interpellazione dello spettatore, che passa attraverso sguardi in macchina del protagonista in momenti specifici, all’inizio, nel momento della scoperta del sesso femminile e nella scena in cui intende distanziarsi dalla volgarità dei coetanei.

Nel film è centrale lo sfondo sociale della vita di Piero. Cresce in un clima di incertezze legate alle attività illegali del padre, e vive una continua sensazione di inadeguatezza negli ambienti che frequenta, a partire dal prestigioso liceo, dove il primo giorno viene scambiato per l’idraulico, fino agli amici di Tommaso e Lisa. Lo stesso amore per la giovane è ostacolato dalla sensazione di inferiorità di Piero, la libertà della ragazza, e anche del fratello, è effetto del loro benessere economico.

Ovosodo insiste sulle differenze di appartenenza dei personaggi a gruppi e classi sociali, e proprio attraverso la presa di coscienza della sua classe di appartenenza Piero costruisce la sua identità. La stessa che nel finale gli fa affermare con malinconia, che alla fine del suo percorso di formazione, il suo posto sarà in fabbrica e al fianco di una ragazza del suo quartiere. Come se l’epoca dei sogni fosse finita per sempre, ma raggiungendo un equilibrio interiore e accettando il suo posto nel mondo. Le prospettive di Tommaso saranno ovviamente diverse, può dedicarsi alle sue attività creative preferite grazie al lavoro dei suoi, e le strade degli amici si allontaneranno.

Piero raggiunge una condizione molto lontana da quella dell’uomo di lettere che la sua professoressa aveva auspicato. E così, con la morte della giovane donna, sembra andarsene anche il sogno del ragazzo. Ma scoprire che Susy abita nell’appartamento dell’insegnante, porta Piero a dare al orgoglio e dignità al ricordo degli insegnamenti della donna.