Sweet Sixteen / Gran Bretagna, 2002 / Durata [min] 106
Genere: Drammatico
Regia: Ken Loach
Cast: Martin Compston – Liam / Annmarie Fulton – Chantelle / William Ruane – Flipper / Michelle Abercrombie – Suzanne / Michelle Coulter – Jean / Gary McCormack – Stan / Tommy McKee – Rab / Calum McAlees – Calum / Robert Rennie – Scullion / Martin McCardie – Tony
Fascia età personaggi: adolescenza
Sinossi
Liam è un quindicenne che vive in una cittadina scozzese, sulle rive di un lago. Sua madre Jean è in prigione, e Stan, il suo uomo, è uno spacciatore, in affari con il nonno del ragazzo. Durante una visita in carcere, i due uomini vorrebbero che Liam passasse della droga alla madre, per rivenderla alle detenute. Il ragazzo si rifiuta e viene picchiato; si trasferisce così dalla sorella, ragazza-madre, e si arrangia con diversi lavoretti, ai limiti della legge. Il ragazzo sogna di garantire un futuro alla madre, e ruba la droga a Stan per rivenderla e procurarsi denaro. Diventa così il pupillo del boss locale, rovinando l’amicizia con lo stravagante coetaneo Flipper. Uscita di prigione, la madre non riesce a stare lontana dal compagno violento, che viene accoltellato da Liam, in un impeto di rabbia.
Critica
Il titolo, amaramente ironico, porta a fare i conti con gli effetti sociali della disoccupazione in Scozia. Ambientato a Greenock, una città tra le più povere del Paese, Sweet Sixteen è scritto da Loach insieme a P. Laverty, un ex avvocato militante impegnato nella difesa dei diritti civili. Il film è il secondo episodio di una trilogia dedicata a Glasgow e alle sue periferie disagiate.
In questo scenario sociale desolato, spesso i giovani vedono nei piccoli reati, soprattutto legati alla droga, lo strumento di sopravvivenza più immediato; lo spaccio diventa quindi un’attività di routine. Insieme a Flipper, Liam forma una coppia di piccoli delinquenti, fino ad avvicinarsi al boss locale. L’amico, più anarchico, si scontra però presto con la struttura gerarchica della banda, mentre il protagonista intuisce subito i vantaggi della collaborazione con il boss, che intuisce le abilità di Liam.
Intraprendente e determinato a sottrarre la madre eroinomane al destino che la lega a un uomo violento, Liam sogna di vivere un giorno con lei lontano dalla corruzione del mondo, in una dimensione di purezza, simboleggiata dai suggestivi paesaggi. In particolare, la collina sulla baia dove il ragazzo vorrebbe andare a vivere con la piccola famiglia rappresenta un mondo parallelo, un luogo dove fuggire. Le scelte registiche contribuiscono a evidenziare il tratto poetico del protagonista, attraverso momenti che sono quasi visioni di una realtà incontaminata.
L’ossessione per la purezza di Liam lo porterà al gesto di rabbia finale, effetto di un processo di formazione che vede la violenza come unico linguaggio. Emerge anche tutta la disperazione di un ragazzo che ha imparato troppo in fretta la differenza tra sogno e realtà, rappresentato dalla scena simbolica della visione del prefabbricato in cenere.