THE BUTCHER BOY

The Butcher Boy / USA, 1997 / Durata [min] 100

Genere: Drammatico

Regia: Neil Jordan

Cast: Eamon Owens – Francie Brady / Aisling O’Sullivan – la madre / Stephen Rea – il padre / Sean McGinley – Sergeant / Peter Gowen – Leddy / Alan Boyle – Joe Purcell / Andrew Fullerton – Phillip Nugent / Fiona Shaw – Mrs. Nugent / John Kavanagh – il dottor Boyd / Rosaleen Linehan – Mrs. Canning

Fascia età personaggiadolescenza


Sinossi

Irlanda, inizio anni Sessanta. Francie Brady vive con un padre alcolizzato e una madre con seri problemi psichici. Il ragazzo trascorre le giornate in compagnia del suo amico Joe, tra ragazzate e la persecuzione del primo della classe, il secchione Philip Nugent. Dopo che i suoi genitori sono stati apostrofati dalla madre del ragazzo, Francie inizia a prendersela direttamente con quest’ultima. Dopo una serie di pesanti scherzi nei confronti dei Nugent e il suicidio della madre, Francie viene affidato a un istituto religioso. Qui un anziano prete, con la scusa delle presunte visioni del ragazzo, ne abusa sessualmente. Tornato a casa, Francie capisce che Joe non è più l’amico di un tempo. Dopo aver nascosto a lungo la morte del padre, Francie uccide la signora Nugent. Internato in un ospedale psichiatrico, esce quando è ormai adulto.


Critica

Il film narra la storia di un ragazzo sconvolto dalla situazione drammatica della sua famiglia, ha un padre musicista che sfoga nell’alcol le sue frustrazioni personali, e una madre distrutta dalla rabbia che il marito le riversa addosso, fino ad arrivare al suicidio. Ossessionato dalla crisi famigliare, durante una fuga a Dublino compra la riproduzione di un cottage irlandese, simbolo del focolare domestico. Per le stesse ragioni, si accanisce verso Nugent, il rampollo della famiglia più invidiata della città.

In un primo momento, il protagonista reagisce alla sua situazione con delle fughe dal reale, come i film, i fumetti, le scorribande con Joe. La sua immaginazione, nutrita dall’attenzione con cui osserva le persone, lo porterà a rendere pubbliche le sue visioni della Vergine Maria, quando si trova nell’istituto religioso. L’esperienza rimane ambigua, sospesa tra il gusto del personaggio per le trovate ad effetto e i suoi nascenti problemi psichici, aggravati anche dal senso di colpa per la morte della madre.

Le presunte visioni di Francie hanno la complicità di una comunità dominata dall’ignoranza, legata a una religiosità che va verso il fanatismo misticheggiante; la gente è ancora più influenzabile a causa della generale inquietudine legata alla crisi di Cuba e alle azioni dell’irlandese JFK. Francie interpreta le sue esplosioni di violenza come una conseguenza naturale del possibile disastro nucleare imminente. Tutto ciò che avviene intorno al protagonista porta con sè il segno della fine. Anche chi dovrebbe fornirgli un modello, ha un forte tratto negativo, come l’anziano prete che con il pretesto delle visioni lo convoca per vestirlo da donna e masturbarsi mentre lo accarezza.

Ormai privo di ogni controllo, Francie si lascia ispirare dalla sua esperienza di apprendista macellaio per fare letteralmente a pezzi la signora Nugent, simbolo dell’esistenza rispettata e perbene che lui non ha mai avuto. E di cui non può avere neanche un ricordo, dopo che l’anziana proprietaria della pensione dove andavano in vacanza gli ha rivelato che i suoi genitori erano infelici già nei primi tempi del matrimonio.