A.I. – INTELLIGENZA ARTIFICIALE

A.I. – Artificial Intelligence, Usa 2001 , Durata (min) 146

Genere: Fantascienza

Regia: Steven Spielberg

Cast: Haley Joel Osment, Jude Law , Frances O’Connor, Sam Robards , Jake Thomas , Brendan Gleeson, William Hurt , Chris Rock 

Fascia età personaggipre adolescenza 


Sinossi

David è un mecha (una creatura meccanica o robot) fatto in modo tale da assomigliare in tutto e per tutto a un bambino, capace di provare sentimenti e amare smisuratamente la propria madre. Adottato da una coppia di genitori, il cui figlio Martin è in coma da cinque anni, David riuscirà a conquistare il loro affetto ma solo sino al momento in cui  Martin guarisce miracolosamente e ritorna a casa. Una serie di equivoci spingono la madre a credere che David rappresenti un pericolo per il figlio e, non volendo restituirlo ai suoi fabbricanti che lo distruggerebbero, decide di abbandonarlo in un bosco insieme al suo supergiocattolo, l’orsacchiotto Teddy. Inizia così il lungo viaggio di David alla ricerca della fata Turchina, l’unica in grado di trasformarlo in un vero bambino, per poter così essere finalmente amato dalla madre.

Critica

David è un cyborg ma, come ormai da qualche tempo vuole la fantascienza, un cyborg in grado di provare sentimenti umani, anzi di farlo con un’intensità ancora maggiore degli stessi esseri umani. Il suo amore per la madre è assoluto. Ma questa madre gli sfugge: prima perché lo considera un intruso, poi, quando finalmente l’ha accolto fra le sue braccia, perché teme che egli possa fare del male al suo vero figlio. Questa parte del film, la più convenzionale e melodrammatica, ricorda assai da vicino la storia di Incompreso, nel suo mettere in scena le sorti di un bambino che fa di tutto per conquistare l’affetto che i genitori, invece, riversano solo sul “fratello”.  Piuttosto che cercare di affermare i propri diritti per quello che è, David cerca il modo di trasformarsi in un bambino vero, sperando in questo modo di essere finalmente amato da colei che considera sua madre. Ed ecco che così, dopo la patetica scena dell’abbandono nel bosco, intraprende un lungo viaggio nello spazio e nel tempo alla ricerca della fata Turchina. Un viaggio che è innanzi tutto un tentativo di definire la propria identità attraverso il passaggio, per usare i termini del film, da mecha a orga. In realtà anche in quanto mecha David si considera, al pari di ogni essere umano, unico: terribile sarà il suo shock quando, giunto nella casa del suo ideatore, scoprirà altre decine di David come lui pronti a essere immessi sul mercato. Questa sequenza, una delle più belle del film, è anticipata da un’altra, altrettanto intensa sul piano espressivo, in cui David, di fronte a un cumulo di rifiuti mecha, assiste al tentativo di alcuni suoi simili di trovare, fra questi scarti, mani e occhi artificiali che possano sostituire le parti mancanti dei loro corpi.  Il film ha comunque l’andamento di una fiaba ed è ricco di riferimenti alla storia di Pinocchio.