IL DIAVOLO PROBABILMENTE…

 



Le Diable probablement , Francia 1977 / Durata (min) 100

Genere: Drammatico

Regia: Robert Bresson

Cast: Antoine Monnier (Charles), Henri De Maublanc (Michel), Tina Irissari (Alberte), Laetitita Carcano (Edwige), Nicolas Deguy (Valentin), Régis Hanrion (lo psicanalista), Geoffrry Gaussen (il libraio)

Fascia età personaggigiovani adulti


Sinossi

Il cadavere di Charles, un giovane ventenne, è ritrovato in un cimitero di Parigi. Charles è uno studente in disparte, non ama il mondo che lo circonda e vi si contrappone con un atteggiamento nichilista. Gli è amico Michel, un giovane ambientalista, che cerca di realizzare un film ecologico. Per stare vicino a Charles, Alberte, la sua fidanzata, lascia la famiglia borghese e va a vivere con lui. Michel e Alberte osservano con crescente apprensione la disperazione di Charles che reagisce gettandosi nelle braccia di un’altra ragazza, Edwige. A poco gli servono gli incontri con le ideologie ufficiali: un gruppo di rivoltosi politici, alcuni ragazzi in una chiesa, uno psicanalista di fama. Con l’aiuto di un amico tossicodipendente, Valentin, Charles si suiciderà nel cimitero di Père-Lachaise.


Critica

Film cupo, metafisico e profondamente pessimista, Il diavolo probabilmente… è l’amaro sguardo gettato da un regista settantacinquenne sul mondo giovanile del post-Sessantotto. Pur nell’ambito di una vicenda corale, il protagonista della storia è Charles, un giovane che non sembra più credere in nulla. La sua arroganza e il suo tragico dandismo sono quelli di chi va consapevolmente alla deriva, di chi sa che il suicidio sarà l’unico modo per manifestare la propria ribellione, il suo radicale rifiuto di vivere in questa società. Alla rivolta suicida del giovane nichilista, il film contrappone l’operato di Michel che, invece, crede nelle possibilità di una contestazione militante e cerca di realizzare un film sull’ecologia. Tutto nel film accade all’insegna di un’assoluta indifferenza, cui si sottraggono solo Michel, Alberte e Edwige che, nei confronti di Charles, sanno ancora manifestare un vero senso di amicizia. Un’amicizia che, tuttavia, non è affatto garanzia di salvezza: «È salvo» dice paradossalmente Alberte all’uscita di Charles dal suo incontro con lo psicanalista, mentre sarà proprio tale incontro ad aver suggerito a Charles l’idea più efficace per togliersi la vita (proprio alla maniera degli antichi romani che chiedevano, per suicidarsi, l’aiuto di un amico o una persona cara).  Politica, religione e psicanalisi sono fra i bersagli principali del film. Il suicidio di Charles diventa l’espressione più evidente del fallimento delle ideologie che contrassegna gli anni Settanta.