JACK FROST

 



Usa 1998 / Durata (min) 95′

Genere: Fantastico 

Regia: Troy Miller

Cast: : Michael Keaton (Jack Frost), Kelly Preston (Gabby Frost), Joseph Cross (Charlie Frost), Mark Addy (Mac Macarthur), Anrdew Lawrence (Tuck Gronic), Eli Marienthal (Spencer), Wil Rothhaar (Dennis), Mika Boorem (Natalie), Benjamin Brock (Alexander), Taylor Handley (Rory Buck), Joe Rokicki (Mitch), Cameron Ferre (Pudge)

Fascia età personaggi pre adolescenza 


Sinossi

Jack Frost è un musicista blues. È un uomo molto simpatico, molto legato alla moglie Gabby e al figlio dodicenne Charlie. Come ogni musicista, Jack è inaffidabile. Le tournée lo costringono lontano da casa e la musica lo distrae dai suoi doveri di padre. La notte di Natale, di ritorno da una tournée, Jack ha un incidente in macchina e muore. L’anno dopo, Charlie sembra non avere ancora superato il trauma. Quando, una sera, il ragazzo costruisce un pupazzo di neve e lo addobba con il cappello e la sciarpa del padre, avviene però un miracolo: Jack si incarna nel pupazzo e inizia a parlare e a muoversi. Da quel momento, Jack e Charlie stanno sempre insieme tanto che Gabby e gli amici iniziano a ritenere Charlie malato. Ma Charlie sta bene, acquista fiducia in se stesso e nel padre e ritrova la voglia di vivere. Così, quando Jack capisce che è ora di andare via e saluta il ragazzo e la madre, la famiglia Frost è finalmente unita e senza più tristezze.


Critica

Quella di Frosty il pupazzo è una favola di Natale, una favola molto particolare perché invece di essere scritta nelle pagine di un libro o narrata dalla voce di un anziano o di una mamma, è scritta in una canzone blues e cantata dallo stesso protagonista, Jack Frost, nella prima sequenza del film. Come ogni favola, anche quella di Jack Frost affronta alcuni archetipi che concernono tutte le culture. In questo caso, il tema principale è il superamento della morte del padre, l’elaborazione del lutto. La prima parte del film mostra un Charlie sicuro, premuroso, determinato, un ambiente famigliare caldo, accogliente e unito. La morte di Jack rompe un equilibrio apparentemente saldo, ma in realtà debole e aleatorio, costringe il preadolescente a fare i conti con la solitudine, la responsabilità di essere l’uomo di casa, con l’assenza di un modello di comportamento con cui confrontarsi. La comparsa di Frosty il pupazzo appartiene così ad una di quelle fasi del processo dell’elaborazione del lutto che sono necessarie per riprendere a vivere e che lo stesso Frosty descrive nella sequenza in cui si accorge di non essere più fatto di carne e ossa. Resosi conto della nuova condizione, Jack afferma di aver superato lo stadio della sorpresa, quello della sofferenza e della rabbia e, infine, di dover giungere alla fase dell’accettazione di sé. Sono gli stessi stadi che Charlie ha superato o si appresta a superare dopo la morte del padre. Tuttavia, quella che agli occhi del prossimo appare una presunta pazzia, per Charlie non è altro che il necessario confronto con il “fantasma” di Jack, un confronto che serve al ragazzo non solo per superare il dolore, ma anche per maturare una propria identità, in uno dei momenti più delicati nella maturazione di un uomo. Il pupazzo si trasforma nell’ideale figura di genitore che Charlie non ha mai avuto, ovvero in una persona presente nella vita dell’adolescente senza essere troppo invasiva, che aiuta in caso di bisogno il proprio figlio, che gli insegna come vivere, che assiste, defilata, ai suoi successi e che si allontana. Alla fine dell’avventura, Charlie ha imparato ad avere sicurezza in sé e a stare tra i suoi pari. Non è più necessaria la presenza di un simulacro paterno. E quello che era un padre “tutta apparenza e poca sostanza” e che poi si è trasformato in un genitore “poca apparenza e molta sostanza” ora può diventare un semplice ricordo o, se si preferisce, il soggetto per un avvincente blues.