SOGNI-Episodi: Sole attraverso la pioggia – Il pescheto

 



Yume, Giappone 1990 / Durata (min) 120

Genere: Drammatico / Fantastico 

Regia: Akira Kurosawa

Cast: : Toshihiko Nakano (Io, il bambino), Mitsuko Baisho (la madre), Mieko Suzuki (la bambina)

Fascia età personaggi infanzia 


Sinossi

Sole attraverso la pioggia – In un giorno di sole e pioggia Io, un bambino di cinque anni, sfida il monito della madre ed entra nel bosco per spiare il cerimoniale del matrimonio delle volpi. Sorpreso da queste ritorna a casa di corsa. Qui trova la madre che affidandogli un coltello, consegnatole dalle stesse volpi adirate, gli ordina di recarsi ai piedi dell’arcobaleno per chiedere scusa agli animali offesi.

Il pescheto – È il giorno della festa delle bambole. Io, servendo il tè alle sue sorelline, scopre la presenza di una misteriosa bambina che nessun altro sembra in grado di vedere. Nonostante la sorella più grande gli ricordi che non gli è permesso uscire, Io segue la misteriosa creatura attraverso il bosco, giungendo sino a un pescheto, quasi del tutto abbattuto.  Sopraggiungono le bambole della festa che dicono al bambino che, a causa della violenza degli uomini sulla natura, la festa non potrà più aver luogo. Commossa dal pianto di Io, la bambola dell’Imperatore riporta per un breve momento in vita l’intero pescheto. La misteriosa bambina riappare: ora sulla collina è rimasta solo lei, trasformatasi in un ultimo pesco.


Critica

I primi due episodi di Sogni, film in cui Kurosawa mette autobiograficamente in scena il proprio personale mondo onirico, hanno per protagonista lo stesso regista, all’età di cinque anni il primo, e con qualche anno in più il secondo. Pur narrando fatti diversi, le due storie hanno degli evidenti elementi in comune. L’attenzione all’ambiente naturale – le immagini del bosco e degli alberi – e, in particolare, all’ecologia è il più esplicito fra questi. In Sole attraverso la pioggia, Io viola un cerimoniale cui gli esseri umani non dovrebbero esseri ammessi – il matrimonio delle volpi –, penetrando in uno spazio naturale ma proibito, fatto che comporterà per lui una terribile punizione. In Il pescheto lo stesso Io è ora testimone della violenza che l’uomo opera sulla natura – gli alberi tagliati – e depositario delle terribili conseguenze che ne deriveranno. In entrambi i casi la natura si vendica della violenza subita.

I due episodi sono poi accomunati anche dal tema della sessualità. Nel primo, Io trasgredisce il divieto della madre per andare ad assistere a un matrimonio, nel secondo, invece, l’oltrepassamento della soglia proibita – «Non ti è permesso uscire» gli rammenta la sorella – avviene rincorrendo una fanciulla misteriosa.

In questo senso i due episodi sono entrambi costruiti intorno al tema della crescita e formazione attraverso quel processo che passa da un divieto alla sua trasgressione per arrivare alla scoperta di qualcosa di nuovo e sconosciuto che, in quanto tale, suscita un vero e proprio sconvolgimento dei propri orizzonti. Alla trasgressione del divieto si legano anche i motivi del senso di colpa e dell’espiazione – particolarmente evidenti in Sole attraverso la pioggia –. La dimensione psicanalitica di questo primo episodio è evidente anche nell’immagine ravvicinata del coltello consegnato dalla madre al bambino che rinvia al motivo della paura della castrazione – la visione del matrimonio della volpe sta, almeno in parte, per quella del corpo della madre –. Di rilievo anche, nella conclusione dell’episodio, la solitudine del bambino che, dopo la colpa commessa, dovrà da solo, senza l’aiuto della madre, come un adulto, espiare il proprio ineluttabile peccato.

Oltre a essere esplicitamente messi in scena come sogni – ogni episodio del film è aperto dalla didascalia «Ho fatto questo sogno» – Sole attraverso la pioggia e Il pescheto danno un peso particolare all’immaginazione infantile, rappresentando eventi immaginari che, in realtà, altro non sono che la concreta rappresentazione delle paure e dei desideri del protagonista.

Rinvia alla religione l’ultimo tema che lega le due storie: secondo la tradizione dell’animismo shintoista – la religione primitiva del Giappone – tutte le creature della natura portano in sé il divino, dalle volpi che si ritiene vivano in un luogo sacro cui gli uomini non devono accedere, agli alberi di pesco che possono animarsi grazie agli spiriti che li abitano.