KARATE KID II – LA STORIA CONTINUA

 



The Karate Kid part II Usa 1986 / Durata (min) 113′

Genere: Azione 

Regia: John G. Avildsen

Cast: : Noriyuki Pat Morita (Mr. Kesuke Miyagi), Ralph Macchio (Daniel Larusso), Danny  Kamekona (Sato), Yuji Okumoto (Chozen), Nobu Mccarthy (Yukie), Tamlyn Tomita (Kumiko), Marc Hayashi (Taro), Martin Kove (Kreese), Charlie Tanimoto (Padre di Miyagi);

Fascia età personaggi adolescenza 


Sinossi

Dopo la vittoria in una gara di karate, il quindicenne Daniel e il maestro di arti marziali Miyagi sono costretti a volare in Giappone per assistere alle morte del padre di quest’ultimo, gravemente malato. A Okinawa, ad attendere il maestro karateca, assente dal suo paese da più di quarant’anni, c’è Yukie, il primo amore giovanile, e Sato, suo vecchio amico, ora deciso a vendicarsi per la sua fuga improvvisa quattro decenni addietro. Mentre Daniel si ambienta in Giappone facendo la conoscenza di Kumiko e delle bande giovanili del luogo, Miyagi riallaccia i rapporti con Yukie e cerca di evitare lo scontro con Sato, il quale però non desiste e lo sfida a duello. Improvvisamente, però, un tornado sconvolge la zona: Miyagi salva la vita a Sato che si ravvede e chiede perdono. Tutto sembra andare per il meglio, ma ora è il nipote di Sato, Chozen, a seminare terrore nel paese: sarà Daniel a sconfiggere il coetaneo in combattimento e portare finalmente la serenità nel villaggio.


Critica

Karate Kid II, come il primo film della serie, si fonda su una chiara matrice didascalico-pedagogica: l’obiettivo è quello di mostrare allo spettatore quali sono gli ideali che orientano la crescita del giovane Daniel. In questo caso però l’ideologia è celata dietro un confuso, farraginoso e superficiale andamento narrativo ed è offuscata da un’imbarazzante immagine della società giapponese. La visione esotica del regista è contraddistinta, infatti, da una serie di preconcetti sull’arretratezza sociale nipponica, sul valore esclusivamente coreografico dei riti e delle tradizioni e su un sistema di valori e di comportamento certamente infantile ben lontano dal bushido, il codice d’onore al quale si devono attenere coloro che praticano l’arte delle armi bianche. Tuttavia Karate Kid II, nonostante i debiti pagati a una visione coloniale dell’Oriente, si presenta come un film dai contenuti progressisti, capace di rinnegare la violenza, di sospingere, di contro, alla solidarietà e al rispetto per gli altri e di evidenziare l’importante ruolo pedagogico dell’insegnante