LAGUNA BLU

 



The Blue Lagoon, USA 1980 / Durata (min) 105′

Genere: Romantico, Avventura

Regia: Randal Kleiser

Cast: : Brooke Shields (Emily o Emmeline nella versione inglese), Christopher Atkins (Richard), Leo McKern (Paddy Button), William Daniels (Arthur Lestrange), Elva Josephson (Emily bambina), Glenn Cohan (Richard bambino), Alan Hopgood (capitano), Gus Mercurio (ufficiale), Jeffrey Means (vedetta), Bradley Pryce (piccola Paddy);

Fascia età personaggiinfanzia, adolescenza


Sinossi

Metà Ottocento. Un veliero, nel corso di una traversata Boston-San Francisco, naufraga in pieno oceano. Scampano al disastro due bambini di circa sei anni – Richard ed Emily – e il cuoco di bordo, Patty Burton. La scialuppa, dopo alcuni giorni, spinta dalle correnti, arriva su un’isola incontaminata isolata dal mondo. I ragazzi e Patty cercano di sopravvivere, mangiando i frutti della terra e i pesci del mare e costruendosi un rifugio. Un giorno Paddy muore misteriosamente lasciando i bambini da soli. Passano gli anni, i due diventano adolescenti e scoprono poco per volta tutto quello che solitamente nella “civiltà” viene appreso per gradi e grazie alla comunità d’appartenenza (famiglia, amici, società). I primi turbamenti sessuali, le mestruazioni, l’attrazione fisica, l’amore, la nascita di un bambino. Quando la loro vita sembra aver raggiunto un equilibrio, in un viaggio in barca Emily perde i remi a causa di uno squalo e l’imbarcazione va alla deriva. Sotto un sole intenso e senza acqua da bere i tre si addormentano convinti di non svegliarsi mai più.


Critica

Senza figure materne di riferimento, con un rapporto molto stretto di complicità ma che non rischia mai di sfociare nell’incesto, con una purezza e innocenza che rimarrà tale perché non corrotta dalla crescita in una società civile, Richard ed Emily sono le persone ideali per riproporre l’archetipo di Adamo ed Eva, pur spogliato da qualsiasi riferimento cristiano al peccato originale o a qualche tipo di espiazione. Nondimeno essi vivono in un vero e proprio “paradiso terrestre”: l’ambiente naturale dell’isola, incorrotto, esotico, pieno di animali sconosciuti riprende e ripropone l’immaginario umano contemporaneo dell’Eden. La fotografia del film arriva in taluni casi a sublimare la rappresentazione della natura, tanto da renderla quasi “soprannaturale”. La meraviglia della natura è trasmessa non solo attraverso numerose vedute paesaggistiche, ma anche attraverso il contrasto tra i colori sgargianti dell’isola e il bianco e nero delle poche fotografie che possiedono i ragazzi e che ogni tanto osservano come unico debole legame con la civiltà. Ricco di tali riferimenti, il film è, in verità, molto più attento alla descrizione della sessualità di Richard ed Emily. I protagonisti superano, nel volgersi della storia, tutte le fasi della maturazione sessuale: la rivelazione da bambini, la scoperta del proprio corpo di quello altrui, le mestruazioni, il contatto fisico e l’atto sessuale, la gravidanza, il parto. Il meccanismo su cui ruota tale rappresentazione è l’assoluta ignoranza dei due ragazzi su ciò che gli sta capitando, sia verso il senso del pudore sia verso le cause e le conseguenze della maturazione fisica. Ogni stadio della crescita viene vissuto come un’incomprensibile trasformazione, così come avviene per i fenomeni naturali che non si possono prevedere ma cui ci si deve adeguare di volta in volta.  Altro elemento interessante della pellicola è il senso di purezza cui è associato il sesso. Tale scelta smaschera una prospettiva “civilizzata” del racconto: la descrizione edulcorata e da cartolina di queste scene appare, infatti, costruita ad uso e consumo di cittadini che anelano un’evasione dalla monotonia della vita urbana, un utopico ritorno alla freschezza e all’innocenza dell’adolescenza che probabilmente nessuno ha mai vissuto. Nemmeno nell’Eden.