MADELINE – IL DIAVOLETTO DELLA SCUOLA

 



Medeline, USA-Francia 1998 / Durata (min) 86′

Genere: Avventura

Regia: Daisy Von Scherler Mayer

Cast: : Fraces MacDormand (Suor Clavel), Nigel Hawthorne (Lord Covigton), Hetty Jones (Madeline), Ben Daniels (Leopold), Arturo Venegas (l’ambasciatore spagnolo), Stéphane Audran (Lady Covigton), Katia Caballero (la moglie dell’ambasciatore), Chantal Neuwirth (Melene, la cuoca), Kristian de la Osa (Pepito), Clare Thomas (Aggie), Bianca Strohmann (Vicki);

Fascia età personaggiinfanzia


Sinossi

Madeline è una delle tante ragazzine che vivono in un collegio parigino diretto dalla simpatica Suor Clavel. A differenza delle compagne che provengono da famiglie facoltose, Madeline è orfana: il collegio è la sua casa e la sua famiglia. Quando nel palazzo accanto si stabilisce l’ambasciatore spagnolo, l’esuberanza di Madeline trova un bersaglio ideale in Pepito, lo strafottente e viziato figlio dell’ambasciatore. In realtà, tra i due scatta un’amicizia fatta di piccole e grandi monellerie. Insieme vengono rapiti da alcuni banditi e insieme riescono a fuggire in motorino, combinano continui guai e infine boicottano il tentativo del rigido Lord Covington (proprietario della scuola) di vendere il palazzo e chiudere il collegio. Quest’ultima azione si rivela determinante: Lord Covington si commuove vedendo l’attaccamento di Madeline per la sua scuola e per Suor Clavel e decide di non vendere lo stabile. Tutte le compagne di Madeline possono festeggiare allegramente.


Critica

Il film è tratto da un fumetto e delle strisce mantiene la compattezza di ogni singolo episodio e, soprattutto, lo scarso spessore psicologico di determinati personaggi che appaiono macchiettistici. L’humus che infonde vitalità alla pellicola si trova nel senso di evasione, nella forza disarmante della spontaneità, nella confusione che si respira nel collegio. Gli avvenimenti che riempiono la vita delle bambine sembrano far parte di un solo grande gioco.  Il sottotesto del film ci presenta la visione di un’infanzia che converte ogni evento drammatico in ilarità e divertimento, che vive il pericolo con iniziale preoccupazione e dinamismo, ma che poi è capace di riderci sopra. L’innocenza non è nei gesti, ma nelle intenzioni che dettano i vari comportamenti. Non esistono finalità negative delle varie marachelle che combinano Madeline e Pepito, quanto piuttosto una naturale esigenza ad accentrare l’attenzione su di sé.  Benché inizialmente nemici, i due protagonisti sono destinati a entrare in confidenza perché vivono un’analoga esperienza di abbandono. Tuttavia non esiste uno stretto nesso di causa-effetto tra il sentimento di solitudine di Pepito e di Madeline e il loro comportamento pestifero, o meglio non esiste intento sociologico o psicologico nel segnalarlo. I due ragazzi si esprimono attraverso i loro scherzi indipendentemente dal rapporto con i genitori o con gli adulti in generale. Andare contro le regole, infischiarsi di certe buone educazioni, agire senza pensare è un modo di essere connaturato nei bambini. E gli adulti dovrebbero accorgersene e accettarlo più spesso.