PRINCESS BLADE

 


Princess Blade Giappone 2001/ Durata (min) 92′

Genere: Fantascienza

Regia: Shinsuke Sato

Cast: : Hideaki Ito (Kuka), Yumiko Shaku (Yuki), Shirô Sano (Kidokoro), Yoichi Numata (Kuka), Kyusaku Shimada (Byakurai), Yôko Chôsokabe (Soma), Yoko Maki (Aya), Naomasa Musaka (Kiri), Yutaka Matsushige (Anka), Shintarou Sonooka  (Chain Wielder), Kuka Tsukamoto (Kuka’s Friend)

Fascia età personaggi:  giovani adulti


Sinossi

Giappone, Futuro prossimo. Yuki sta per compiere venti anni. Appartiene agli Takemikazuchi, un gruppo di spietati killer assoldati da uomini d’affari per portare a termine qualsiasi tipo di omicidio, purché sia ben pagato. Vive alla giornata, anche perché non è ancora riuscita ad elaborare un lutto patito molti anni prima: quello per la morte della madre, anch’ella killer professionista. Dopo un raid andato a buon fine, Yuki incontra Kuka, un anziano servitore della madre che le svela un segreto fin a quel giorno celato: i responsabili dell’uccisione della madre sono Byakurai e Aya, capi del Takemikazuchi, compagni di molte avventure. Non è facile vendicarsi della coppia, non solo perché appartengono ad una cerchia di abilissimi guerrieri, ma anche perché hanno dalla loro parte tutti gli altri componenti del gruppo. Ad aiutare la giovane ragazza ci pensa involontariamente Takashi, un giovane programmatore di computer che gestisce una pompa di benzina e cura la sorella sordomuta. Il ragazzo, dopo aver accolto in casa sua Yuki gravemente ferita (aveva avuto la peggio in uno scontro con i Takemikazuchi), superato un momento d’inevitabile incomprensione, inizia ad offrirle quell’affetto che la killer non aveva mai ricevuto prima. La forza del sentimento verso Takashi veicola, così, nuove motivazioni nella ragazza, pronta di nuovo per vendicarsi di chi le ha procurato tanto dolore. Rimessasi dalle ferite, poco tempo dopo affronta, in una spettacolare battaglia nel mezzo di una fitta foresta, i suoi nemici. La vendetta, nonostante tutto, è servita. Yuki non sa però che nel corso del suo combattimento, un altro regolamento di conti si è consumato poco lontano: quello tra Kidokoro capo di un’organizzazione terroristica e Takashi, suo ingenuo artificiere, che troppo tardi ha compreso le mire sanguinarie dell’uomo e inutilmente ha cercato di sottrarsi al suo pericoloso controllo. 


Critica

Scenario apocalittico, post-atomico, tipico dei fumetti fantascientifici. Metropoli piene di carcasse di edifici e resti fatiscenti di modernità, panorami desolatamente vuoti di uomini e donne, vecchi rottami con il motore, bunker dove vivono, si allenano e si preparano per le loro missioni, killer professionisti, di nero vestiti, armati solo di mani, piedi e della conoscenza delle arti marziali. È un sistema economico allo sfascio quello che circonda ogni individuo e che in parte giustifica le azioni prive di morale e senso collettivo di tutti i personaggi del film. È un Giappone tornato preda dei militari, di una dittatura sanguinaria, di organizzazioni criminali, quello che hanno immaginato prima i creatori del manga da cui è tratto il film, poi il regista stesso. Certo Yuki ha qualche ragione in più per cercare vendetta: un intenso rapporto con la madre è stato brutalmente interrotto da un omicidio dettato da gelosie e crudeltà, generando una pseudo-famiglia nel cui seno pascono segreti, tradimenti, meschinità. L’ira e la brutalità dei suoi gesti non può che essere proporzionalmente calibrata al dolore subito. C’è il senso di una guerra perenne e crudele, che arruola e coinvolge anche le persone più ingenue, che uccide i più innocenti e indifesi, che non si può fermare in alcun modo, né isolandosi in un luogo eremitico, né rispondendo con la politica del “occhio per occhio, dente per dente”, imparata e praticata senza alternative da Yuki. Forse potrebbe esserci salvezza nell’innamoramento, nell’incontro tra due solitudini, due disperazioni, due fughe. Ed, infatti, Yuki e Takashi, appena compreso l’amore vicendevole che li lega, intravedono nel viaggio l’unica via di uscita, l’unico modo per risparmiarsi morte, dolore, isolamento. Nonostante ciò, il sentimento della vendetta oltrepassa qualsiasi altro sentimento e rende ciechi di fronte alla possibile salvezza. La relazione tra i due ragazzi viene recisa per la mancanza di alternative alla violenza. Yuki è la principessa discendente di una famiglia dall’alto lignaggio. A lei che dovrebbero essere evitate le sofferenze degli umani, tocca al contrario caricarsi sulle spalle il peso dell’odio umano, dell’esigenza di giustizia, della responsabilità di sopravvivere ai soprusi. Yuki sopravvivrà, ma resterà sola, senza affetti. Forse, più ancora che la morte, è la condanna capitale che aspetta l’essere umano se prosegue nella direzione nichilista e autolesionista che ha intrapreso molti anni fa.