RATCATCHER

 


Francia/Gran Bretagna, 1999/ Durata (min) 93′

Genere: Drammatico

Regia: Lynne Ramsay

Cast: : William Eadie (James Gillespie), Tommy Flanagan (George Gillespie), Mandy Matthews (Anne Gillespie), Stephen Fing (il signor Mohan), Stuart Gordon (Tommy), Jimmy Grimes (il signor Mullen), Molly Innes (la signora Mc Donald), Anne Marie Lafferty (Rita), Mick Maharg (Stef), Andrew Mckenna (Billy), Anne Mclean (la signora Fowler), Thomas Mctaggart (Ryan), John Miller (Kenny), Matt Monroe (Craig Bonar), James Montgomery (Hammy), Leanne Mullen (Margaret Anne), Jackie Quinn (la signora Quinn), James Ramsay (il signor Quinn), Lynne Ramsay jr. (Anne Marie Gillespie), Stephen Sloan (Mackie), Michelle Stewart (Ellen);

Fascia età personaggi:  preadolescenza


Sinossi

1973. James, dodici anni, abita a Govan, quartiere popolare di Glasgow. Mentre gioca con Ryan, suo amico del cuore, succede una tragedia: a causa di una spinta troppo forte di James, Ryan cade in un canale melmoso e muore. James si sente colpevole e per superare il trauma cerca invano di farsi accettare da un gruppo di ragazzi più grandi di lui, guidati da Craig Bonar. Solo la quattordicenne Margaret gradisce la sua compagnia, per gli altri James è una nullità. Nel frattempo la città è invasa dalla spazzatura a causa di uno sciopero della nettezza urbana. Così, tra cumuli di rifiuti, topi e odori nauseanti, il ragazzo assiste alle solite ubriacature moleste del padre, ai primi giochi sessuali di Margaret con il gruppo di Craig, alla vita degradante di quartiere. Non risolve la situazione né l’atto d’eroismo del padre che salva un ragazzo dall’annegamento ma rimane sempre il solito uomo violento, né una gita fuori porta in bus fino a una casa in campagna, l’unico posto in cui James vorrebbe vivere. Dopo l’ennesima lite tra i genitori, l’adolescente si lascia cadere nel canale, immaginando di vivere con la sua famiglia, finalmente felice, nella casa in campagna.


Critica

La spazzatura che ricopre le vie del quartiere contamina la vita dei suoi residenti. Come una febbre virale, come un fetido odore che si spande per le vie senza che lo si possa fermare, il rifiuto diventa l’oggetto simbolo per raffigurare la condizione del sottoproletariato e in particolare quella di James, scarto tra gli scarti, avanzo tra gli avanzi. Più ancora del padre ubriacone, della banda di teppistelli guidata da Craig, della stessa Margaret, qui il vero emarginato è il giovane ragazzino. Ma è solo una questione di desideri. Se gli altri personaggi non ne hanno o li contraddicono con le loro azioni, James persegue le proprie aspirazioni fino in fondo, quelle di andare a vivere in campagna, finendo così per pagare la propria coerenza con il prezzo più alto, la morte. Coerenza che è assente, al contrario, negli altri protagonisti del racconto. James comprende, in modo del tutto fortuito, che esiste un universo altro rispetto al quartiere-discarica, ma tale scoperta lo conduce direttamente in braccio alla morte. Prendendo un autobus diretto in aperta campagna, egli scopre un mondo non più immerso nella spazzatura, ma nell’oro delle spighe di grano. Così facendo, però, si appropria di uno spazio da cui è escluso. Lo capisce lo spettatore, quando James torna per la seconda volta nella casa trovando il cielo plumbeo e la visuale meno incantevole. Lo capisce, infine, anche l’adolescente, quando non riesce a convincere il padre a trasferirsi in campagna, pur avendone la possibilità. Il desiderio di evasione può così realizzarsi solo attraverso il suicidio. Il rapporto padre/figlio si dimostra fondamentale. George non avverte il figlio dei pericoli che egli corre, né cerca di proteggerlo. Anzi, quasi fosse uno scherzo cinico e maligno, il genitore salva dall’acqua il figlio sbagliato, lasciando affogare il proprio. Per James l’aspirazione a una vita migliore si trasforma così inevitabilmente in una fuga dal reale senza approdo, in un finale senza fine, proprio come ci propone l’epilogo del racconto. Alle immagini del ragazzo sorridente che annega si alternano quelle della casa in campagna finalmente abitata da tutta la famiglia.