SALVATORE – QUESTA E’ LA VITA

 


Italia 2006/ Durata (min) 90′

Genere: Drammatico

Regia: Gian Paolo Cugno

Cast: : Enrico Lo Verso (il maestro Marco), Galatea Ranzi (l’assistente sociale Laura), Giancarlo Giannini (Timpaliscia), Gabriele Lavia (il direttore della scuola), Alessandro Mallia (Salvatore), Maurizio Nicolosi (il padre), Lucia Sardo (la nonna Maria), Ernesto Mahieux (il bidello);

Fascia età personaggi:  preadolescenza


Sinossi

Sicilia, 2006. Salvatore ha dodici anni e, già orfano di madre, perde il padre in un tragico incidente sul lavoro, proprio davanti ai suoi occhi. Il ragazzino è costretto pertanto a prendersi cura della sorellina e anche dell’anziana nonna con cui vive. Quando il maestro Marco viene trasferito da Roma proprio nella scuola che Salvatore dovrebbe frequentare, si accorge presto dell’assenza di quest’ultimo, ripetente della 5ª elementare. Ma Salvatore è impegnato a pescare e a coltivare i pomodori per mantenere la sua famiglia. Il maestro cerca così il modo di seguirlo comunque negli studi, facendogli lezione a domicilio. Riesce a ottenere la sua fiducia e il suo rispetto ed è sul punto di farlo ritornare a scuola, quando interviene l’assistente sociale, convinta che debbano essere le istituzioni a curarsi di lui e “recuperarlo”, allontanandolo dal suo nucleo famigliare.


Critica

La vicenda del piccolo Salvatore, ferito dalla vita e costretto a rinunciare alla sua infanzia per crescere in fretta e assumersi il peso di responsabilità da adulti, prende la forma di una fiaba edificante che colpisce al cuore. Purtroppo in Italia, ancora oggi, il caso di un preadolescente, che lascia la scuola e si dedica al lavoro minorile per necessità della famiglia, non è troppo rara, specialmente in quel Sud in cui è ambientata la storia di Salvatore. In un contesto decisamente realistico, la condizione sociale ed economica di suo padre, che si arrangia con la pesca e il lavoro della terra fra Pachino e Porto Palo, è precaria come quella di molti. Salvatore perde presto la madre; come se non bastasse, invece di andare a giocare spensierato con i suoi coetanei, aiuta il genitore nelle sue attività. Perciò, quando suo padre muore in un tragico incidente sul lavoro, per lui è naturale rinunciare alla scuola per mantenere la famiglia che gli è rimasta, sostituendosi di fatto al genitore nella pesca e nella coltivazione dei pomodori. Catapultato nel mondo degli adulti, Salvatore non ha tempo per frequentare la scuola. Figura centrale diviene allora l’insegnante elementare Marco, che, appena trasferito da Roma, si accorge dell’assenza di Salvatore in classe, e prende a cuore la sua sorte. Marco non va soltanto a casa di Salvatore per fargli lezione, ma per guadagnare la sua stima e consentirgli di avere il tempo per studiare, lo aiuta a raccogliere i pomodori, a pescare, insistendo nell’affermare che un bambino dovrebbe avere sempre il diritto all’istruzione. Il rapporto fra allievo e insegnante evolve, passando dall’estraneità alla fiducia, all’amicizia e all’identificazione nella relazione paterna, anche a beneficio dell’insegnante stesso, che impara ogni giorno una lezione di vita dal suo ipotetico discente. Come è prevedibile, le istituzioni non possono tollerare questa rottura degli schemi e il preside e l’assistente sociale vogliono intervenire seguendo le fredde vie connaturate al loro ruolo. È solo grazie alla tenacia e all’umanità del maestro che si ricrede e incomincia a interessarsi al caso con il cuore, oltre che con la razionalità che le deriva dal suo ruolo.