LA STORIA INFINITA

Die unendliche Geschichte / Gran Bretagna,Germania federale, 1984 / Durata [min] 94

Genere: Fantastico

Regia: Wolfgang Petersen

Cast: Barrett Oliver – Bastian / Noah Hathaway – Atreyu / Tami Stronach – Imperatrice bambina / Patricia Hayes – Urgl / Sydney Bromley – Engywook / Moses Gunn – Cairon / Gerald McRaney – il padre di Bastian / Thomas Hill – Koreander / Tito Prückner – il folletto notturno / Deep Roy – Teeny Weeny

Fascia età personaggipre adolescenza


Sinossi

Bastian, orfano di madre a dieci anni, ha l’abitudine di fantasticare, per sfuggire alle frustrazioni quotidiane, tra il padre che non lo capisce e i compagni che lo perseguitano. Trova in una libreria un libro ritenuto diverso da tutti gli altri, e vi si immerge, rifugiandosi nella soffitta della scuola per non essere disturbato. Legge La storia infinita, che racconta della battaglia del giovanissimo Atreyu per salvare il Regno di Fantàsia dal Nulla. Il ragazzino affronta molte prove: perde il suo cavallo nella Palude della Tristezza, interroga la saggia tartaruga Morla e viene salvato dal Fortunadrago, che lo conduce presso l’Oracolo del Sud. Lì Atreyu apprende che la salvezza del Regno dipende dall’intervento di un terrestre. Bastian quindi varca il confine tra reale e immaginario e dà nuova vita ai personaggi, sconfiggendo il Nulla e cambiando la sua vita.


Critica

Tratto da un classico della letteratura per ragazzi che unisce avventura e fantastico, il film segue il percorso del protagonista per ridefinire la sua identità e imparare a non soccombere davanti alle difficoltà. Bastian resta profondamente segnato dalla perdita della madre e non riesce più a organizzare la sua vita.

In famiglia, il padre è distante e incapace di affetto, riesce a dare solo consigli freddi e preconcetti. A scuola, il carattere introverso e la fragilità di Bastian vengono strumentalizzati dai compagni, che lo maltrattano costantemente. Di fronte a questa situazione, il giovane si rifugia nella lettura, soprattutto di romanzi d’avventura, come emerge dalla lista di romanzi che dà all’anziano libraio. La proiezione in avventure immaginarie diventa lo strumento per vivere emozioni altrimenti impossibili, e per confrontarsi con situazioni complesse, che però hanno la sicurezza del lieto fine.

La fuga dal reale attraverso la lettura, diventa contraddittoria e problematica. Da un lato, Bastian proietta e vive i suoi desideri, dall’altro però questo porta a una maggiore distanza da ciò che lo circonda, isolandolo ulteriormente. Diventa simbolica così la scelta del luogo in cui il ragazzino si rifugia a leggere: la soffitta della scuola, che tra fascino e paura oscura, è opposta alla regolarità luminosa delle aule, dove si trovano i suoi coetanei.

La proiezione nel libro diventa però un percorso di formazione. Attraverso il suo alter ego Atreyu, il protagonista affronta le prove tipiche del genere, di forza, resistenza e astuzia. Non a caso i due personaggi entrano in contatto nei momenti più difficili, presso l’Oracolo del sud e durante la tempesta di neve. Il momento in cui Bastian varca il confine tra reale e fantastico diventa simbolo di una scelta consapevole, in cui il ragazzino si dimostra pronto ad affrontare le difficoltà della vita. Il lieto fine attesta la vittoria del protagonista su entrambi i fronti: è stata salvata la potenza della fantasia, anche se circondata da un mondo sempre più grigio; ma vengono anche superate le paure più infantili.