The Yearling, Usa 1946/ Durata (min) 128′
Genere: Melodramma
Regia: Clarence Brown
Cast: Gregory Peck (Penny Baxter), Jane Wyman (la signora Baxter), Claude Jarman Jr. (Jody), Chill Wills (Buck Forrester), Clem Bevans (il signor Forrester), Margaret Wycherly (la signora Forrester), Henry Travers (Mr. Boyles) Forrest Tucker (Lem Forrester);
Fascia età personaggi: infanzia
Sinossi
Florida, fine Ottocento. Una famiglia di contadini formata da madre, padre e un ragazzo, Jody, vivono in condizioni di estrema povertà in un piccolo podere isolato dal mondo e unica loro fonte di sostentamento. La coppia di genitori è sfiduciata e avvilita anche perché tre dei loro quattro figli sono morti per malattia o povertà. Jody, solo e annoiato, chiede più volte alla madre un animale che gli possa tenere compagnia, ma riceve sempre un netto rifiuto. Solo quando arriva in casa con il cucciolo di un cervo, rimasto solo per la morte della madre, la donna non riesce a dire di no. Finalmente Jody trova una ragione di vita nell’allevare e accudire il cucciolo. Ma cresciuto, il cervo diventa una vera calamità per la famiglia poiché rovina il raccolto e reca danni al podere, rendendo ancora più difficile la loro situazione economica. L’animale va abbattuto e deve essere proprio il piccolo Jody a ucciderlo. Consapevole del fatto che sia la cosa giusta, ma con la morte nel cuore, il ragazzo uccide così l’unico amico che aveva avuto in tutti quegli anni di estrema solitudine.
Critica
Il film fonda il proprio discorso sui valori tradizionali americani, al centro dei quali c’è la famiglia. Il racconto elogia, infatti, lo spirito di impresa, il sacrificio, l’amore e il rispetto tra i componenti della famiglia, la compassione per gli animali e soprattutto la lotta per l’unione e la sopravvivenza del nucleo di appartenenza. Il film non esita a far leva sulla facile commozione degli spettatori per trasmettere modelli di comportamento utili a quel particolare momento storico. In un paese appena uscito da un conflitto armato, seppur da vincitore, c’è bisogno di unità, sacrifici economici e affettivi, coscienza dei propri doveri. L’amicizia tra Jody e Flag, il cucciolo, è il perno centrale del film. La relazione affettiva tra il bambino e l’animale ha un doppio obiettivo: da una parte serve quale spazio di crescita del ragazzo, dall’altra è strumento necessario per la presa di coscienza dei valori familiari di riferimento. La cornice familiare non può essere intaccata da una forza centrifuga, per cui Jody, davanti al bivio rappresentato dalla sopravvivenza del cervo o dei suoi genitori, sceglie per forza la seconda strada. In realtà, l’amicizia tra cervo e ragazzino permette a quest’ultimo di comprendere qual è il suo ruolo in seno alla famiglia e alla società. Egli è divenuto grande e la crescita si misura nella capacità di assumersi le proprie responsabilità. E Jody dimostra di essere responsabile fino in fondo. Sotto questa luce, trova ulteriore conferma la lettura “militare” del film: è lui, infatti, a dover fare il sacrificio più grosso per preservare la salute della famiglia, così com’erano stati i giovani soldati americani a vivere le rinunce più pesanti per la patria.