ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE

KINDS OF KINDESS | À la manière de Lanthimos

Regia: Yorgos Lanthimos

Anno: 2024

Produzione: Stati Uniti d’America, Regno Unito, Irlanda

una recensione a cura di Chiara Lepschy e Giuseppe Minerva

A meno di sei mesi dall’uscita di Povere creature! – premiato con quattro statuette alla notte degli Oscar – giunge in sala Kinds of Kindness, nuova opera del regista Yorgos Lanthimos presentata in anteprima alla 77ª edizione del Festival di Cannes.

Il film è suddiviso in tre episodi fra loro scorrelati ma uniti da un divertissement registico rappresentato dal personaggio di contorno chiamato R.M.F.. Gli interpreti sono gli stessi in tutte e tre le storie, a cominciare dal carismatico quartetto di protagonisti costituito da Emma Stone, Jesse Plemons – premiato a Cannes per la miglior interpretazione maschile –, Willem Defoe e Margaret Qualley, a cui si affiancano – anch’essi con un triplice ruolo – Hong Chau, Joe Alwyn e Mamoudou Athie.

Kinds of Kindness img 1 beppe e chiara

I vari episodi possono essere considerati una riflessione sui rapporti di potere declinati nel mondo del lavoro, nella vita familiare e nel rapporto con la fede religiosa. Il film è stato girato quasi in contemporanea a Povere Creature!, ma mentre in quest’ultimo il tema dell’esercizio del potere – ricorrente nella filmografia di Lanthimos – è risolto in chiave positiva e ottimista grazie al processo di crescita ed emancipazione di Bella Baxter, in Kinds of Kindness ritroviamo la visione cupa di molte opere precedenti, tipica – fra l’altro – della collaborazione con lo sceneggiatore Efthymis Filippou, già al fianco del regista in Dogtooth, Alps, The Lobster e Il sacrificio del cervo sacro. Se la protagonista di Povere Creature! ha, infatti, una seconda opportunità che le consente di liberarsi dalle catene dovute a legami oppressivi e potenzialmente insani, in ognuna delle vicende narrate nel nuovo film non c’è possibilità di riscatto e i protagonisti restano imprigionati nella loro condizione di dipendenza da chi li tiene soggiogati con modi apparentemente gentili ma, in realtà, manipolativi e sadici.

Ciascun episodio si caratterizza per un buon ritmo grazie anche alla felice scelta delle musiche: resteranno di certo impresse nella memoria sia l’apertura del film sulle note di Sweet Dreams (Are Made of This) degli Eurythmics, sia il brano Brand New Bitch della svedese Cobrah – inserito nella parte finale del terzo episodio – che insieme alle sonorità da canto gregoriano composte da Jerskin Fendrix – autore della parte originale della colonna sonora – sottolinea alcuni dei passaggi di sceneggiatura più inquietanti.

Kinds of Kindness img 2 beppe e chiara

Il film presenta senza dubbio una forte dose di provocazione, che però ne costituisce – altrettanto chiaramente – il limite più evidente, poiché impedisce allo spettatore di empatizzare con la drammaticità degli eventi descritti. Ciò emerge in particolare nel secondo episodio che, sfrondato dagli inutili eccessi, rappresenta una cruda storia di violenza familiare, nella quale un marito incapace di accettare il cambiamento della moglie chiede alla stessa prove d’amore e partecipazione sempre più estreme. L’Emma Stone che riappare simbolicamente nella scena finale dell’episodio non è affatto una Bella Baxter libera ed emancipata ma solo, molto probabilmente, la moglie dei sogni di Jesse Plemons completamente soggiogata. Significativo, a questo proposito, è il discorso che la donna fa al padre, dal quale si intuisce come il marito sia una scelta di ripiego, pensando di non poter in alcun modo ambire a un rapporto migliore (come accontentarsi della cioccolata, che alla protagonista non piace, invece dell’agnello: il paragone è chiaro per chi ha visto il film). Difficile se non impossibile, però, provare empatia per i personaggi e le loro vicende proprio a causa sia della quasi bulimica presenza di “stranezze”, sia – forse – dei troppi temi secondari che, per forza di cose, sono approfonditi solo superficialmente, come il complottismo, il sesso di gruppo, ecc.

In conseguenza di ciò – e in conclusione – un film sicuramente interessante, che segna il ritorno del regista a una “manière de Lanthimos” solo in parte – però – riuscita, al punto da dare l’impressione che il nostro sia rientrato in una gabbia – dopo le esperienze de La favorita e Povere creature! – dalla quale uscire potrebbe non esser semplice.

Kinds of Kindness img 3 beppe e chiara

CORSI ONLINE

Newsletter

ANCHE QUEST'ANNO,
IL FESTIVAL DORA NERA
LO FAI TU!

Giorni
Ore
Minuti
Secondi